Il contratto a tutele crescenti visto da chi gestisce il personale

Siamo a ridosso della pubblicazione del tanto atteso D.Lgs. n. 23, cd “contratto a tempo determinato a tutele crescenti” (Jobs Act) e come si poteva immaginare, già assistiamo agli sforzi di coloro che cercano conferme sulla bontà del provvedimento ed i detrattori dello stesso, che a loro volta si cimentano a cercare le inefficacia dei contenuti.

Sarà lo strumento di rilancio dell’occupazione? Sarebbe da citare una ben nota canzone … lo scopriremo solo vivendo…, fatto sta che traccia un solco significativo nella riforma del lavoro spostando il baricentro dalla stabilizzazione del posto di lavoro verso una stabilizzazione improntata sulla professionalità.

Giova ricordare che, il decreto che dà attuazione alla Legge Delega si limita, a disciplinare il nuovo regime sanzionatorio dei licenziamenti, senza dettare, per contro, alcuna regola specifica utile a identificare il c.d. contratto a tutele crescenti che, pertanto, non si presenta quale tipologia contrattuale a sé stante. Il contratto a tutele crescenti altro non è che l’ordinario contratto di lavoro subordinato che, dall’entrata in vigore del decreto legislativo ha valore per tutte le nuove assunzioni (o trasformazioni) a tempo indeterminato nel settore privato.

http://www.aidp.it/aidp/ALLEGATI/FILES/5145.pdf

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Amo relazionarmi, amo gli sport di squadra (in particolar modo, il basket) ed amo le sfide. Sono curioso, ma non ficcanaso, e ciò mi porta a conoscere ed imparare cose nuove, ogni giorno. Recentemente, la curiosità di comprendere gli sviluppi dell’’attuale contesto giuslavoristico, mi ha portato ad ottenere la Laurea in Servizi Giuridici per l’Impresa, facoltà di Giurisprudenza. Questo sono io, dopo poco meno di mezzo secolo di vita, dopo l’essere padre, da circa quindici anni, di una splendida figlia e dopo una ventina di anni di esperienza in diverse direzioni risorse umane. Attualmente, oltre al Coordinamento delle attività Normative del personale, nella Direzione Risorse Umane di Atac SpA, ho il piacere di collaborare con il Centro Studi di AIDP con il quale cerco di sviluppare argomenti di attualità. In particolare, ho sviluppato interesse per il tema del “dialogo” inteso come ponte per mettere in relazioni le diversità, con l’obiettivo di trasformarle in risorse, alleanze, sinergie e ove non fosse possibile, di coesistere con esse. Dialogo, nel senso, soprattutto, di saper ascoltare e a tal proposito mi piace ricordare una frase, tratta da un libro di Don Andrea Gallo :“L’importante è tendere l’orecchio oltre le ristrette mura della nostra angusta cerchia dei soliti noti. Dal DIALOGO con i laici, con gli atei, con gli agnostici, con i credenti di altre religioni non possono che nascere curiosità, rispetto tolleranza e amicizia.” Per il futuro? E’ questo lo spirito con cui mi impegno ad approcciare in ogni azione che mi trovo e mi troverò a compiere.

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