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Sabato 10 ottobre alle ore 10.00 presso il Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale il “Distretto Culturale Evoluto“​ istituito dal Municipio I Roma Centro presenta delle proposte concrete per avviare la trasformazione dell’associazionismo all’impresa culturale.

Ma cos’è il Distretto Culturale Evoluto?

Lo chiediamo ad Andrea Valeri, Assessore alle politiche culturali e del turismo Municipio Roma I, che ha voluto fortemente che lo stesso prendesse forma nel territorio di Roma Centro.

Per “Distretto culturale evoluto” s’intende definire quel sistema di attività e relazioni, presenti in un territorio dato, che trova nella cultura, nella creatività, nelle arti e nel paesaggio un motore di sviluppo sociale, culturale ed economico per l’intera comunità.

In questo contesto, il progetto di Distretto culturale evoluto del Municipio Roma I si configura come mappatura e messa in rete di tutti gli operatori culturali, delle risorse materiali ed immateriali, degli spazi, delle singole istituzioni per un sistema integrato e creativo di relazioni orizzontali in grado di creare progettualità competitive, successivamente diverrà un proprio sistema territoriale all’interno del quale applicare facilitazioni burocratiche ed amministrative, sistemi di servizi integrati, spazi per la promozione della creatività e per le nuove tecnologie finalizzato a liberare e a promuovere la creatività e le esperienze del territorio in ambito culturale e turistico.

Come si è arrivati a istituirlo?

Attraverso un processo decisionale partecipato durato oltre un anno e che ha coinvolto più di 500 operatori culturali del territorio. Con loro si è definito come mettere a sistema esigenze e competenze complementari creando reti di soggetti capaci assieme di diventare filiere culturali strategiche e competitive in grado di attrarre capitali, pubblici o privati. In ultimo la Giunta municipale  ha formalmente  istituito il Distretto Culturale Evoluto attraverso la delibera 52/2014 “Ecosistema Cultura”.

Chi sono questi operatori?

Associazioni, istituti di cultura, biblioteche, gallerie, musei, università spazi culturali, imprese, riuniti in un ecosistema culturale per metta a sistema l’enorme patrimonio culturale del territorio capace di creare reddito e sviluppo locale superando la logica consolidata dell’intervento pubblico con finanziamenti a pioggia.

Con il Distretto Culturale il Municipio si dota di uno strumento organizzativo di promozione delle attività culturali e artistiche in modo omogeneo migliorando la qualità dei servizi offerti. Un progetto riorganizzativo creato per promuovere la cultura come impresa culturale, come azione strategica in coerenza con le direttive dell’Unione Europea, e come strumento per la formazione del pubblico e di un nuovo accesso agli spazi culturali del territorio.

Quindi un nuovo paradigma di sviluppo locale sta per prendere il via proprio da un territorio che fa dell’attrazione culturale al momento solo un processo di “estrazione di rendita”, per dirla con le parole del prof. Pier Luigi Sacco, Ordinario di Economia della Cultura all’Università IUAV di Venezia.

Lo stesso accademico inviata il nostro Paese a fare un salto di mentalità in quanto  la cultura può divenire economicamente e socialmente produttiva solo se si configura come un processo di investimento e di produzione. Ovvero la cultura deve fare da mediatore tra le filiere diverse.

Un esempio concreto?

Mettere al centro dell’agenda lo sviluppo culturale. Questo comporta definire un nuovo modello, dove ad esempio il turismo culturale non è la causa ma bensì una conseguenza dello sviluppo culturale.

Per far questo è necessario lavorare sulle dimensioni strategiche necessarie a dare corpo e sostanza ai distretti culturali evoluti. Una di queste è sicuramente la qualità della governance locale, che deve dare impulso al fine di orientare il territorio verso le azioni di importanza strategica, quali tra le altre il reperimento di risorse, e coordinare, anche per il tramite di agenzie specializzate, tutti i portatori di interessi.

Una possibilità attuale e concreta risiede nella possibilità di promuovere e presentare delle proposte a valere sulla Call for proposal “Sostegno al riposizionamento competitivo dei sistemi imprenditoriali territoriali” nell’ambito del POR FESR Lazio 2014-2020.

L’obiettivo generale della Call è innescare e sostenere i processi di trasformazione del tessuto produttivo favorendo la partecipazione dei territori e conferendo loro un ruolo di primaria importanza nella individuazione delle linee di sviluppo di un processo di rigenerazione del territorio, riconosciuto anche dall’Unione Europea quale obiettivo strategico dei prossimi anni per il rilancio degli investimenti e dell’occupazione. In particolare, l’intervento è teso a sviluppare il processo di riposizionamento dei sistemi produttivi, in una logica di definizione delle attività e degli obiettivi di tipo bottom up, con l’obiettivo di selezionare un target circoscritto di progetti di investimento definito su base tematica e/o settoriale e/o territoriale, in relazione alla Smart Specialisation Strategy regionale. Una di queste aree di specializzazione (AdS)  è afferente al patrimonio culturale e tecnologie della cultura” che ricomprende il comparto produttivo del Lazio relativo allo sviluppo di conoscenza, prodotti e servizi afferenti alle diverse fasi della catena del valore dei Beni Culturali, prevedendo ulteriori possibili impatti e trasversalità dell’AdS con altri settori/sfide sociali, quali ad esempio: la valorizzazione, godimento e gestione del patrimonio culturale, il turismo culturale, la cultura e creatività.

Una ulteriore possibilità concreta è quella di utilizzare al meglio le azioni attive già oggi a valere sulla Garanzia Giovani, quali i tirocini per inserire giovani nel sistema delle imprese culturali e l’assistenza alla creazione delle start up di settore.

Per Formare è stata individuata come partner tecnico dell’iniziativa e invitata a presentare alle oltre 500 imprese culturali del Distretto le azioni attive di Garanzia Giovani.

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Fondatore di Per Formare - Agenzia per il lavoro e la formazione. Da pedagogista del lavoro interviene come facilitatore del cambiamento che caratterizza il mondo del lavoro nelle sue forme, paradigmi, contenuti, significati, valori e su come è in grado di influenzare e modificare le scelte, le progettualità, il carattere e l’identità delle persone che vi agiscono. Imprenditore per curiosità e non per caso. A 27 anni ha costituito insieme a due amici universitari la sua prima attività d’impresa.

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