GLI APPELLATIVI “ROMANTICI” DEL RECRUITER MODERNO

Qualche giorno fa ho avuto modo di confrontarmi con una ragazza in procinto di terminare la sua tesi di master sul mondo HR. Ho trascorso con lei una piacevole oretta durante la quale abbiamo avuto modo di parlare del processo HR: storia, sviluppi, prospettive per il futuro.

A guidare questo confronto un’intervista, ben strutturata, spunto per una riflessione attenta sia sulle politiche interne di selezione che su quelle esterne. Partire dalle best practice per un buon recruiting, passare attraverso l’impatto dell’innovazione digitale, l’Employer Branding, per arrivare poi alla fatidica domanda:

  • Secondo lei quale sarà il futuro di questa professione e come si evolverà?

È stato per me un modo per leggere in maniera più attenta l’attività quotidiana.

Ma ritorniamo a qualche riga sopra: Bella domanda, direi! Solo che, quando ti viene posta hai in mente tante cose, evoluzioni, prospettive che non è così immediato rispondere, e allora non resta che affidarsi all’istinto e metterci del tuo.

La lampadina si è accesa su: Fluidità.

È questa la prima definizione che ho attribuito a un ruolo con tante specializzazioni e in continua evoluzione. Fluidità che ben si lega al concetto di vision accennato nel precedente articolo.

Fluidità nell’interpretare il mercato, nei casi più lungimiranti anticiparne delle tendenze per orientare a politiche di cambiamento e innovazione. Saper scovare (e scusate la rielaborazione di una frase fatta) la persona giusta per il contesto giusto e sicuramente molto altro.

Il recruiter dell’era digitale non è chiamato solo a valutare ma consiglia, orienta, osserva, esplora …

Passatemi anche questo: si svincola da eccessivi tecnicismi, tenendo per sé la base del mestiere, per essere più libero di adattarsi ai contesti nei quali è chiamato a operare. E per contesti di operatività intendo non solo l’azienda di turno ma anche il contesto storico nel quale agisce.

Ho come l’impressione che al recruiter dell’era digitale vengono chieste competenze sempre più trasversali. Si è parlato molto di trasversalità e commistione con altre figure professionali. Sono d’accordo, ma altrettanto convinta che l’evoluzione andrà verso un’ulteriore ramificazione delle stesse. Allora mi chiedo: può il recruiter moderno gestire tutto? Come possiamo aiutarlo?

La rete potrebbe essere una possibile chiave di lettura. La rete intesa come spazio di confronto in una realtà flessibile. Il paragone che mi viene in mente è quello del co-working! pensate un po’ al concetto di questo tipo di spazi …

Prima di chiudere un’ultima cosa. Non sempre le realtà aziendali sono stimolanti e orientate, nell’immediato, al cambiamento. Non entro nel merito degli obiettivi delle stesse ma prendo questo come spunto per una riflessione sul proprio ruolo. Quindi: come vi leggete ogni giorno e quali sono i vostri momenti di crescita, le strategie di Employer Branding che autonomamente attuate, quali le strategie per proporre quel profilo che anche se non pienamente in linea vedete come futuro valore aggiunto. Le sfide che avete affrontato e i vostri casi di successo, quelli che nel lungo termine hanno orientato i primi cambiamenti! Qual è il vostro talento. Pensateci, sono sicura che riuscirete a tirare fuori una competenza appresa alla quale non avete dato il giusto rilievo.

Perdonerete la visione forse un po’ troppo romantica del tutto … vi lascio alle vostre riflessioni. Alla prossima!

A proposito di talento … ringrazio Simona Galizia per il progetto grafico di copertina (simonagalizia.com)

 

 

 

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“Non smettere mai d'imparare e fa’ in modo di accrescere sempre ciò che sai: raramente la saggezza è frutto solo della vecchiaia.”  
Cicerone  

Marianna Antenucci, 32 anni, da qualche anno nell’ambito delle risorse umane prima come selezionatrice successivamente ho modo di affiancare alla selezione, la gestione e l’amministrazione del personale. Arrivo al mondo HR dopo un percorso in ambito umanistico e seguito di un corso di alta formazione per operatori nei servizi per l’orientamento e per l’impiego. Amo il dialogo e il confronto cercando di trovare, quotidianamente, attraverso il mio lavoro nuovi spazi di conoscenza e apertura.

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