Il Pensiero critico

World Economic ForumIl Pensiero critico. Il World Economic Forum individua 10 skill che fanno la differenza nel momento in cui ci si presenta sul mercato del lavoro (aldilà delle competenze tecniche).

Flessibilità cognitiva, Negoziazione, Orientamento al servizio, Capacità di giudizio e di prendere decisioni, Intelligenza emotiva, Capacità di coordinarsi con gli altri, Gestione delle persone, Creatività, Risoluzione di problemi complessi e Pensiero critico.

In particolare voglio soffermarmi proprio su quest’ultima competenza, il Pensiero critico, forse la capacità di cui meno si parla, ma certamente non la meno importante tra le altre, anzi!

Che cosa s’intende per Pensiero critico   Pensiero critico

Il pensiero critico è la capacità di analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo e trae informazioni dall’osservazione, dall’esperienza, dal ragionamento o dalla comunicazione. Si fonda sul tentativo di andare aldilà della parzialità del singolo soggetto: i suoi valori fondamentali sono la chiarezza, l’accuratezza, la precisione e l’evidenza

Quindi parliamo di una capacità intellettuale, di pensiero e di ordine superiore. Quindi una capacità che va sviluppata. Infatti la formazione di un pensiero critico è un’attività interdisciplinare nella quale vengono integrate, correlate e applicate varie discipline. Il pensiero critico include una complessa combinazione di attributi. Le cui caratteristiche principali sono le seguenti: Razionalità – Autocoscienza – Onestà intellettuale- Apertura mentale – Disciplina – Giudizio.

Come svilupparlo

Può essere sviluppato solo grazie all’esercizio che permette di valorizzare la capacità di riflessione e di ragionamento.  Ad esempio avendo l’abitudine di sollevare in maniera cosciente domande, quali ad esempio “Che cosa sappiamo…? Come facciamo a sapere…? Perché accettiamo o crediamo che…? Quali sono le prove per…?”

Questo aumenta la capacità di utilizzare, mettere in pratica, trasformare o riconoscere l’importanza della conoscenza in nuove situazioni. In questo modo la conoscenza dichiarativa diventa conoscenza operativa.

Certo presuppone un atteggiamento attivo, infatti porsi delle domande e analizzarne i risultati richiede un buon grado di proattività. Ma richiede anche essere aperti alle nuove idee e prospettive e quindi essere disposti a sfidare le proprie credenze e indagare per scovare prove. Si può affermare che non avere una visione egocentrica o sociocentrica del mondo, crea la condizione per sviluppare una buona capacità di pensiero critico.

Infatti la visione egocentrica “consente” di vedere il mondo solo in relazione a se stessi. Mentre la visione sociocentrica porta a vedere il mondo dalla prospettiva ristretta (e molto spesso fuorviante) del gruppo cui si appartiene.  Con queste distorsioni (bias) tutti dobbiamo farne i conti, come spiega Piaget “egocentrismo e sociocentrismo si combinano in ogni mente umana, dalla nascita alla morte in vario grado, a formare una percezione del mondo distorta che può essere mitigata solo da un pensiero razionale conscio“.

Quindi l’esercizio si presenta particolarmente faticoso all’inizio, per la nostra disabitudine a sottoporre a verifica i fatti, visto che questo comportamento è assunto fin dai tempi della scuola. Infatti l’istruzione formale, il più delle volte, purtroppo non insegna a porsi domande avendo come scopo principale quello di trasmettere solo conoscenza di tipo dichiarativo, che consiste, appunto, nel conoscere i “fatti”.

a tal proposito Gardner affermava “Deploro la nostra tendenza a fornire ai nostri studenti i fiori tagliati mentre si impedisce loro di vedere le piante in crescita

Dobbiamo anche sconfiggere una certa pigrizia mentale che ci consegna alla conoscenza comunicata da altri senza porre nessuna resistenza intellettuale. D’altronde prendere in prestito delle idee “est plus facile”!

Ma come detto, l’abitudine all’indagine può essere coltivata, la capacità di analizzare i fenomeni complessi può essere aumentata. La soddisfazione, che deriva dall’avvenuta comprensione, ripagherà del tempo e degli sforzi compiuti. Basta solo provarci…ma con impegno!

Le semplici e pur difficili arti del prestare attenzione, rilevare un’ambiguità o una deduzione falsa, verificare le congetture raccogliendo gli esempi contrari, organizzare il proprio pensiero: tutte queste abilità possono essere acquisite solo affrontando, con disciplina, apertura mentale e onestà intellettuale, le difficoltà argomentative” 

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Fondatore di Per Formare - Agenzia per il lavoro e la formazione. Da pedagogista del lavoro interviene come facilitatore del cambiamento che caratterizza il mondo del lavoro nelle sue forme, paradigmi, contenuti, significati, valori e su come è in grado di influenzare e modificare le scelte, le progettualità, il carattere e l’identità delle persone che vi agiscono. Imprenditore per curiosità e non per caso. A 27 anni ha costituito insieme a due amici universitari la sua prima attività d’impresa.

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