Il rispetto

Il rispetto è al contempo forte come una rete di ferro e fragile come un papavero.

Il rispetto è fragile         Ho letto questa mattina su un social l’ulteriore commento pieno di livore, intriso d’odio. Stiamo pian piano scivolando in un baratro. Volgarità, offese, le peggiori per chi non la pensa come noi. È pur vero che siamo il Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, ma fermiamoci prima che sia tardi. Il degrado culturale che stiamo vivendo si palesa nella difficoltà di ascoltare le ragioni dell’altro. Siamo stati “plagiati” da anni di talk show dove urlare, sovrapporre la propria voce sull’altro è l’abitudine. Applausi “neutri”, figli di altrettanto pensiero, che richiamano lo scontro anzi lo acclamano.

La responsabilità educativa è direttamente proporzionale al bagaglio culturale posseduto. Ricordiamocelo, sempre. Consapevoli che i cattivi maestri non mancheranno mai.

Ho scritto quasi vent’anni fa una lettera per me, allora giovane padre. Ringrazio mio figlio, allora bimbo, per avere messo a nudo la “realtà”, la mia visione delle cose, disvelando le “cattive abitudini”.  Sento ora l’esigenza di pubblicarla in questo spazio dedicato alla formazione, alla riflessione, allo sviluppo individuale e collettivo.

Ho smesso di essere tifoso

Questo è un Paese incredibile, nel bene e nel male, nel bello e nel brutto. È un Paese pieno di eccessi, di paradossi. Ma soprattutto è un Paese di tifosi, fanatici.

Da tempo ho smesso di essere tifoso. Per molti ciò è grave, quasi impensabile. Mi dicono che così si rischia di perdere la passione per le cose: mi chi l’ha detto?

Anzi la libertà che questo atteggiamento permette, ti dà la possibilità di non farti confinare dentro recinti ideologici. Il perimetro si amplia a dismisura e inizi ad avere difficoltà a distinguere i confini.

Puoi dire che ti piace quel “giocatore”, che quella “giocata” ti ha riempito di meraviglia e puoi affermarlo senza il bisogno di stare dalla parte che tifa per lui. Ti senti più leggero. Certo è un modo di comportarsi pericoloso. Puoi divenire nel breve inviso a tutti. Si perché nel nostro Paese l’appartenenza è più importante del sapere o non sapere. Credere ciecamente in quanto altri dicono è considerata una virtù  e come tale è premiata. Se invece ti comporti da “agnostico”, se ti permetti il lusso di comporre la tua squadra ideale, con giocatori che indossano maglie diverse, rischi di rimanere fuori dal giro.

E sì nel nostro Paese è più importante appartenere che essere.

Ma papà parli di calcio, mi chiese mio figlio?

Essere tifosi è una caratteristica generale non solo dello sport, ci rimanda indietro nella storia, forse nella necessità stessa dell’uomo di schierarsi per definire un proprio modello identitario.

Figlio mio, cerca sempre di comportati bene con te stesso, con la tua intelligenza, se così farai ti verrà naturale comportarti bene con gli altri.

Il pathos si oppone al logos, ma l’ethos ne definisce l’equilibrio, rendendo migliore “il posto da vivere”.

Ethos logos pathos

L’insegnamento di Marco Aurelio

Come nello scrivere e nel leggere non si può essere maestri se prima non si è stati allievi, così, a maggior ragione, è nella vita. Mostrarsi giusti, temperanti, rispettosi del volere degli dèi, ma senza ostentazione, perché vantarsi di essere semplici è la peggiore di tutte le superbie.

Primo: non agire mai a caso, né senza scopo.

Secondo: non tendere ad altro che non riguardi il bene comune.

Non chiederti più quale sia l’uomo virtuoso: cerca di esserlo.

Chi segue sempre la ragione è un tipo ponderato e al tempo stesso deciso, serio e gaio contemporaneamente. Una mente libera da passioni è come una rocca inespugnabile e costituisce per l’uomo il rifugio più saldo e più sicuro. Ignorante chi non lo conosce, infelice chi, pur conoscendolo, non vi si ritira.

Conquistati gli attributi di buono, modesto, sincero, prudente, docile, nobile, e bada di non cambiarli con altri, e nel caso in cui dovessi perderli torna subito indietro a riprenderteli.

Quando uno ti rimprovera o ti odia, o quando gli altri ti offendono in modi analoghi, accostati alle loro anime, cerca di penetrarvi e guarda che tipo di uomini siano. Allora capirai quanto sia inutile che ti tormenti per l’opinione che hanno di te.

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Fondatore di Per Formare - Agenzia per il lavoro e la formazione. Da pedagogista del lavoro interviene come facilitatore del cambiamento che caratterizza il mondo del lavoro nelle sue forme, paradigmi, contenuti, significati, valori e su come è in grado di influenzare e modificare le scelte, le progettualità, il carattere e l’identità delle persone che vi agiscono. Imprenditore per curiosità e non per caso. A 27 anni ha costituito insieme a due amici universitari la sua prima attività d’impresa.

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