COMPETENZE HR, EVITANDO L’AUTOREFERENZIALITA’

La Professionalità passa per il Saper Essere che per l’HR significa adottare un comportamento consapevole nella gestione di una importante risorsa quale è la PERSONA

Da “Il fatto quotidiano”, del 2 dicembre 2016,

Roma, «Marra non può essere capo del personale, non ha i requisiti». Esposto dei sindacati (ndr Federazione Nazionale dirigenti regionali) all’ANAC di Cantone

Non voglio entrare nel merito della questione, ma l’esempio è interessante per riflettere sul tema dei “requisiti” di chi opera nel mondo delle Risorse Umane.

Non basta essere nominato dal capo dell’azienda, non sono sufficienti tre lauree ed un trascorso sia nelle forze dell’ordine sia come dirigente nella Pubblica Amministrazione. Inoltre, mi domando, perché debbono essere Istituzioni che non hanno nel loro DNA la capacità di analisi e verifica di competenze, a dover definire se un professionista HR ha i requisiti o meno? – Anche se nello specifico non avevano tutti i torti, visto poi gli esiti delle indagini della Magistratura –

Certo, noi siamo cosa abbiamo studiato e cosa abbiamo fatto, ma se questo rappresenta il SAPERE ed il SAPER-FARE, ritengo che oggi più che mai sia importante SAPER-ESSERE e pertanto il COMPORTAMENTO.

Soprattutto in questa epoca in cui la velocità del cambiamento rende necessario ripensare agli strumenti del nostro lavoro, è essenziale fondare la nostra professione su di un atteggiamento incardinato alla proattività, che permetta di dare un inprinting alle nostre azioni, dare cioè Personalità.

L’atteggiamento “giusto” verso i problemi, verso i comportamenti degli altri, significa avere CONSAPEVOLEZZA, che è il motore di ogni Cambiamento, di ogni Miglioramento.

Oggi in un mondo in cui sembra sempre più spinta la disintermediazione, si rischia d’altro canto di essere però autoreferenziali e risulta necessario così oggettivizzare la professionalità, tramite un processo identificativo all’interno di una community che riconosca le buone pratiche e soprattutto le promuova.

Sapere chi siamo, cosa sappiamo fare, quali competenze abbiamo, nell’ambito di un’associazione come AIDP che vuole essere – parole della Presidentessa Nazionale, Isabella Covili Fagioli – «LA CASA DELLE RISORSE UMANE», necessita di una metodologia specifica di certificazione. Il principio di appartenenza, di responsabilità, così come i diritti e doveri insiti nel ruolo, ci permettono di concepire il concetto di CITTADINANZA AIDP.

Da qua, parte l’esperienza della collaborazione tra AIDP e RINA Service, che da circa due anni si sta ponendo l’obiettivo di Certificazione delle competenze professionali in ambito Human Resources (HR) con lo scopo di promuovere e tutelare la professionalità di coloro che nelle varie organizzazioni pubbliche e private si occupano di gestire, sviluppare e valorizzare il rapporto Persona-Lavoro.

La reputazione professionale si costruisce nel tempo, attraverso il credito acquisito nell’ambito della comunità economico/professionale di riferimento ed ora è possibile certificarla tramite un Ente terzo che garantisce autonomia e indipendenza di metodologia e  di valutazione.

Per la certificazione del Personale Rina Services opera in regime di accreditamento ACCREDIA secondo le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17024 ed è stata adottata una Metodologia basata NON sulla scomposizione delle competenze e relativa valutazione (hard e soft) ma sulla
capacità complessiva di gestione di attività e di progetti in relazione ai diversi livelli di responsabilità: da attività tecnica/di supporto ad attività decisionale/strategica

 

Una commissione composta da due membri con esperienza e competenza nelle aree Normativa-Sindacale e Sviluppo, valuterà l’iter di avvicinamento alle attuali figure certificabili – HR Manager ed HR Executive HR Specialist e Senior HR Specialist – alle quali si sta valutando il completamento con una figura junior e l’ipotesi di introduzione di una figura «Top» per HR Director Senior e di grandi organizzazioni.

Tale percorso, prevede quattro steps:

  • Fase 1    analisi documentale dei prerequisiti
  • Fase 2   1° prova scritta (progetto effettivo realizzato ed inviato all’ente certificatore)
  • Fase 3    2° prova scritta (progetto realizzato in aula)
  • Fase 4    colloquio orale

Il Processo identificativo della Professione HR, attualmente brillantemente superato da circa 15 colleghi, vedrà ulteriori date di certificazioni, tra cui la prossima su Roma a metà del prossimo mese di Gennaio.

La percezione che ho, rispetto alla certificazione, non come una meta raggiunta ma piuttosto come una tappa di un percorso di dialogo.

Una certificazione fine a se stessa, non esprimerebbe tutto il suo valore, mentre se veicolata come oggetto di un confronto continuo, permetterà di sviluppare il concetto di un professionista che, non solo ha Conoscenza e Capacità, ma soprattutto ha il corretto e consapevole Comportamento nel saper esercitare un ruolo fondamentale nello sviluppo e gestione delle Persone all’interno di una Organizzazione. Soprattutto nell’attuale trasformazione del contesto lavorativo dove l’HR deve essere l’attore abilitante per un adeguato approccio per governare i nuovi paradigmi che la Rivoluzione Digitale, sta generando.

http://www.bollettinoadapt.it/archivio-bollettini-speciali/  (n. 6 del 12 luglio 2017)

Amo relazionarmi, amo gli sport di squadra (in particolar modo, il basket) ed amo le sfide. Sono curioso, ma non ficcanaso, e ciò mi porta a conoscere ed imparare cose nuove, ogni giorno. Recentemente, la curiosità di comprendere gli sviluppi dell’’attuale contesto giuslavoristico, mi ha portato ad ottenere la Laurea in Servizi Giuridici per l’Impresa, facoltà di Giurisprudenza. Questo sono io, dopo poco meno di mezzo secolo di vita, dopo l’essere padre, da circa quindici anni, di una splendida figlia e dopo una ventina di anni di esperienza in diverse direzioni risorse umane. Attualmente, oltre al Coordinamento delle attività Normative del personale, nella Direzione Risorse Umane di Atac SpA, ho il piacere di collaborare con il Centro Studi di AIDP con il quale cerco di sviluppare argomenti di attualità. In particolare, ho sviluppato interesse per il tema del “dialogo” inteso come ponte per mettere in relazioni le diversità, con l’obiettivo di trasformarle in risorse, alleanze, sinergie e ove non fosse possibile, di coesistere con esse. Dialogo, nel senso, soprattutto, di saper ascoltare e a tal proposito mi piace ricordare una frase, tratta da un libro di Don Andrea Gallo :“L’importante è tendere l’orecchio oltre le ristrette mura della nostra angusta cerchia dei soliti noti. Dal DIALOGO con i laici, con gli atei, con gli agnostici, con i credenti di altre religioni non possono che nascere curiosità, rispetto tolleranza e amicizia.” Per il futuro? E’ questo lo spirito con cui mi impegno ad approcciare in ogni azione che mi trovo e mi troverò a compiere.

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