Facilitare i processi di innovazione

Oggi un tema sempre più dibattuto, anche da chi si occupa di sviluppo individuale e organizzativo, è come si facilitano i processi di innovazione, visto che ora più che mai c’è il bisogno di innovare, di creare nuovi modelli di business, nuove formule per rilanciare un mercato saturo di ogni prodotto, ma sempre più esigente.

In un tempo in cui è difficile sopravvivere, scoprire orizzonti in grado di stabilire e creare un forte vantaggio competitivo sembra un compito davvero arduo e di difficile realizzazione per le organizzazioni.  Le imprese, così come gli individui,  affinché possano incrementare il loro processo di sviluppo cognitivo, necessitano di una capacità particolare definita “capacità di assorbimento” come affermato da Cohen e Levinthal fin dai primi anni novanta.

La capacità di assorbimento permette alle organizzazioni di dare inizio ai processi di innovazione. Contemporaneamente si deve agire nello stimolare la proattività, per agire la capacità di vigilanza, che consente agli individui di cogliere e sviluppare le opportunità che si presentano.

Forse un’eccessiva focalizzazione sulla misurazione della performance può rappresentare un ostacolo, se non ben bilanciata, con una radicata e convinta cultura del coinvolgimento e della diversità, elementi che stimolano la generazione di nuove idee. Infatti la performance a sé stante, non rappresenta l’unità di analisi adeguata su cui fondare la cultura delle opportunità.

Appare chiaro come il coinvolgimento crei le condizioni di base perché possa svilupparsi un clima di fiducia nel quale, elementi fondamentali come l’eterogeneità, possano apportare il loro contributo. Teniamo presente che la capacità di assorbimento rende ciascun individuo capace di intercettare gli aspetti rilevanti della propria esperienza, associandoli a significati pertinenti e facilitando lo sviluppo di modelli di apprendimento e di problem-solving molto più propensi all’innovazione.

Ciascuno rileva e assorbe dall’esperienza elementi che dipendono dalla sua sensibilità e attenzione interpretativa, differenziandosi anche notevolmente da quanto, nella stessa situazione, potrebbero fare altri”. (Rullani)

Fondatore di Per Formare - Agenzia per il lavoro e la formazione. Da pedagogista del lavoro interviene come facilitatore del cambiamento che caratterizza il mondo del lavoro nelle sue forme, paradigmi, contenuti, significati, valori e su come è in grado di influenzare e modificare le scelte, le progettualità, il carattere e l’identità delle persone che vi agiscono. Imprenditore per curiosità e non per caso. A 27 anni ha costituito insieme a due amici universitari la sua prima attività d’impresa.

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