Idee e impegni per la Meeting Industry
- Pubblicato in Coltivare impresa
- Scritto da Maurizio Piccinetti
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Il turismo è uno dei pilastri della nostra economia, visto che rappresenta circa il 10% del PIL nazionale. La Meeting Industry o MICE (Meetings, Incentives, Conferences, Events), ovvero il turismo business è un settore molto particolare, che da solo assorbe il 24% del business di tutto il turismo (dato World Travel & Tourist Council) e i grandi eventi internazionali, ovvero quelli che contano oltre mille persone, sono cresciuti negli ultimi anni di oltre il 5%.
Secondo il Rapporto del Quarto Osservatorio sul mercato del lavoro del turismo in Italia di due anni fa, il settore conta quasi 1 milione di posti di lavoro in Italia, il 5% dell’occupazione nazionale, e i giovani rappresentano il 63% degli occupati, contando 602 mila dipendenti sotto i 40 anni e 342 mila sotto i 30.
In particolare il settore dei convegni, congressi ed eventi dà lavoro a circa 290.000 persone, di cui il 67% sono dipendenti a tempo pieno, con un impatto economico considerevole sui comparti alberghieri, ristorativi, ma anche sulle produzioni delle aziende agricole, e di quelle industriali. Il PIL congressuale ammonta a oltre 15 miliardi di euro (dato dell’Università di Bologna).
Per sviluppare maggiormente questo settore occorre una sempre più stretta collaborazione fra pubblico e privato. Infatti le città che ospitano tali eventi devono crederci, partecipare attivamente, sostenerli. Le città vanno rese facilmente accessibili e gli amministratori locali devono lasciarsi coinvolgere dai grandi eventi. Sono molteplici le ricadute sul territorio, da un elevato indotto alla ricaduta occupazionale, all’importante spesa incrementale, all’effetto promozionale e stimolo al miglioramento nella cultura dell’ospitalità, nei servizi pubblici, nel decoro. Inoltre è da tener presente che il turismo business non risponde alla stagionalità.
Secondo i principali tour operator internazionali, una destinazione congressuale viene scelta in base all’accessibilità e qualità dei servizi congressuali e non, al livello dei prezzi, alla qualità dell’accoglienza in termini di qualità, dimensione, dislocazione, all’ attrattività della meta in quanto a clima, bellezze naturali, culturali e cibo.
Infatti i turisti business, che partecipano ai convegni e congressi, ricercano la possibilità di fruire agevolmente di musei e spazi espositivi, durante il periodo di permanenza per lavoro. Il 30% degli assistenti di direzione dichiara di preferire soluzioni connesse con l’arte e la cultura, per offrire un valore aggiunto al di fuori dell’evento stesso. Tra i punti di forza del nostro bel Paese, ci sono la varietà e la quantità di bellezze può offrire, come città dall’altissimo valore storico e artistico, musei e scavi archeologici, chiese e cattedrali, parchi nazionali, località di mare e di montagna, lagune, laghi, stazioni termali. Non a caso siamo il Paese con il maggior numero di siti inclusi nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO (ben 49).
La città di Roma si prepara ad accogliere alla fine del mese di agosto ESC (European Society of Cardiology) uno dei più importanti congressi medici europei con oltre 30 mila partecipanti. È un evento storico visto che è la prima volta che il Congresso europeo dei cardiologi si tiene in Italia, ma è anche un pesante banco di prova, non solo per l’operatore Fiera di Roma, che si appresta ad accogliere e gestire l’evento, ma per l’intera città. Dalla buona riuscita della manifestazione dipendono le sorti del turismo congressuale futuro nel territorio della Capitale. Infatti una buona riuscita rappresenterebbe un ottimo biglietto da visita per attrarre ulteriori congressi di queste dimensioni, viceversa una débacle rappresenterebbe una ferita difficilmente risanabile.
Gli operatori privati e le istituzioni pubbliche coinvolte ne discuteranno venerdì 6 maggio, portando tutti con sé idee e impegni affinché il MICE non perda questa decisiva occasione di rilancio.