Spunti di riflessione: la “diversita’” nel mondo della tecnologia potrà essere il valore aggiunto?
- Pubblicato in Nuove professioni, Strumenti per il mio lavoro
- Scritto da Marianna Antenucci
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Qualche parola per presentarmi e introdurvi quello che in questa sezione si vorrebbe affrontare. Senza rubarvi troppo tempo inizio dicendovi che mi occupo di risorse umane, nello specifico di selezione e di amministrazione del personale, in un’azienda di consulenza IT. Il mio ruolo pur evolvendosi nel tempo si è dispiegato unicamente in quest’ambito.
Cerco di mettermi alla prova per uscire, se vogliamo, anche da questa settorialità con questa sezione che vorrebbe essere di confronto e di esplorazione di quello che l’ambiente circostante ci chiede in termini di nuove professionalità. Vi lascio a questo primo articolo che spero dia un’idea generale affidandogli il compito di presentare l’idea di “esplorare”, lasciando a quelli successivi l’ambizione di coniugare esplorazione e confronto.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una serie di articoli che con molta semplicità parlano di un modello di business fondato sulla flessibilità e sul valore, questi articoli pongono alla base di tutto, nel caso specifico alla base della creazione di un prodotto o di un’azienda, un modello adattabile a diversi contesti. Accenno a questi articoli perché sono riusciti a darmi una visione semplice e organizzata di quella che potrebbe essere la base fondante di un’azienda e nello stesso modo mi hanno fornito uno spunto di riflessione.
Quindi base per base, è volendo essere quello che sto scrivendo un articolo di apertura, hanno avuto il merito di darmi l’input per iniziare a buttare giù qualche riga.
Sì, ho deciso dicendomi che quello che mi interesserebbe fare è partire da un processo che va dal generale al particolare. Volendo collocare il tutto in un contesto, per non rimanere troppo su discorsi astratti, vorrei invitarvi a vedere l’ambito lavoro come un’ambiente e le professioni come le variabili che entrano in relazione con esso per adattarsi ed innovarsi al fine di rispondere a un ecosistema in continua evoluzione.
Provengo da una realtà lavorativa IT, ma nella mia personalissima idea di un mondo del lavoro che cambia, ci sono sì questo tipo di professioni, declinate in diversi ambiti, ma sono altrettanto convinta che il capitale umano aziendale per innovarsi dovrà fare leva su altrettante professionalità svincolate dall’aspetto tecnico il cui patrimonio culturale potrebbe rappresentare un valore aggiunto.
Sarà entrata in gioco la mia provenienza umanistica? Tuttavia, provenienza o no, mi sembra plausibile che l’innovazione possa passare e trovare spazio per figure al momento meno “convenzionali”, o almeno “meno convenzionali” nel contesto azienda, o ancor meglio nel contesto azienda italiana, volendo aggiungere altro nel contesto azienda Italia con il quale ho avuto modo di interfacciarmi fino a questo momento.
Per dirne qualcuna penso alla figura di un sociologo, di un antropologo e perché no di uno storico …
Ma al di là di quella che potrebbe essere pura teoria quello che vorrei esprimere è sì innovazione su percorsi più “standard” ma anche esplorazione di nuovi ambiti. E come farlo? Sicuramente uno dei punti focali potrebbe essere quello di tener presente quello che la realtà circostante chiede, i target a cui il MICROSISTEMA AZIENDA, nelle sue molteplici sfaccettature e settori, vuole risponde e come vuole farlo. E in questo COME e CHI cercare di ravvisare LE FIGURE CHIAVE e il VALORE della diversità che fa la differenza.