The Greatest Showman. E invece…
- Pubblicato in Cultura e società, Strumenti per me
- Scritto da Mariella Bruno
- Commenta
- Articolo letto 3.061 volte
- Permalink
Doverosa premessa a questo articolo è senza dubbio la personale specifica che non sono una Critica cinematografia e quindi non mi avvalgo di competenze e know how specifici per trattare temi di cultura cinematografica. Ciononostante sento forte il desiderio di raccontare una serata di festa trascorsa in un cinema con un’amica dove ci aspettavamo di vedere un bel film -magari allegro- per trascorrere del Buon tempo.
E invece…
La scelta del film parte dalla visione di un trailer accattivante e colorato che incuriosiva.
E invece…
Per circa due ore passo il tempo immersa nella storia -che non conoscevo- del fondatore del circo in America: Phineas Taylor Barnum, personaggio contraddittorio e inventore dello Showbusiness e con diverse biografie sul suo conto. Nel Film -che ha richiesto 6 anni di preparazione e studio- si scopre un personaggio con desiderio di rivalsa nei confronti di una vita povera e di affermazione dei propri sogni ed idee. Personaggio di grande intuito e visionario mette in piedi uno spettacolo speciale. Raggruppa delle Persone con forti diversità: altezza, peso, gemelli siamesi, etnia e tante altre mettendo in piedi uno spettacolo che -nel presentare così forti differenze del patrimonio umano impegnate a lavorare per creare spettacolo e intrattenimento – divertono e rallegrano gli spettatori. Accusato di mistificazione e inganno incontra dopo un primo forte successo le tirannie di una critica fredda e cinica che mal comprende la visione di Barbum. La storia prosegue parallela tra la realizzazione dei sogni di vita e dello spettacolo di Barnum con un ritmo veloce e adrenalinico raccontando l’ascesa, il successo, il declino e la rinascita dell’uomo e dello spettacolo.
E invece…
E invece di un bel film ho scoperto un fiume di forti emozioni: questo film inaspettatamente mi ha regalato una forte scossa sia sul ritmo di visione che su quello del cuore. A personale parere le musiche, le scene, il costrutto drammatico suonano in perfetta sinergia e ovviamente il protagonista Hugh Jackman ha costruito il personaggio perfettamente intorno alla sua capacità interpretativa ed emozionale. Ma la straordinarietà del prodotto sta’ nello stupore che apre nello spettatore. Trattare di temi quali l’accettazione della Diversità, la Valorizzazione delle sue specifiche, la possibilità di trasformare questa in innovazione ed emozione scatenando una catena di empatia positiva e attivando tutti i sensi – musica, ballo, ritmo, pianto e riso – lascia il segno. Non è facile superare ogni giorno gli stereotipi e pregiudizi che la nostra cultura ha stratificato nell’ambiente che viviamo; risulta faticoso e a volte difficile da abbattere. E invece The Greatest Showman lo fa! In due ore di spettacolo con il fiato sospeso esci e ti porti a casa un intero patrimonio umano che hai inconsapevolmente abbracciato. Cosi semplicemente: senza aule, senza docenti o grandi lezioni.
Una serie di forti emozioni che ti entrano dentro e ti commuovono.
“L’arte più nobile è quella di rendere felici gli altri” P. T. Barnum