Klout e la reputazione online

Ultimamente si parla molto di Klout, uno dei primi strumenti giunti in Europa utilizzato per misurare la propria influenza sui social network. In Italia non è ancora molto conosciuto mentre in America, è già considerato come un vero e proprio metodo standard di valutazione. Moltissime aziende, per esempio, prima di assumere una persona ne analizzano il Klout Score per verificare quanto il candidato sia influente o meno online.

Ma cos’è Klout?

E’ un servizio di social networking che offre analisi statistiche personalizzate sui social media e, in particolare, stima l’influenza che gli utenti hanno sulla propria rete di contatti attraverso un punteggio, il Klout score che va da 0 a 100. Tale punteggio è ottenuto dal grado di interazione dei profili utente sui più popolari social network, Facebook, Twitter, Google+, Linkedin e Instagram solo per citarne alcuni. Questa influenza è ottenuta a partire dall’ampiezza del network dell’utente, dal contenuto generato e dal livello di feedback ottenuto.

Il punteggio medio sul Klout si attesta attorno ai 40 punti. Se hai più di 50 punti sei un buon produttore di contenuti e hai ricevuto un buon numero di condivisioni e apprezzamenti. Sopra i 60 e i 70 punti significa che si è creatori particolarmente attivi. Chi è sopra agli 80 punti di solito è un personaggio noto che ha molta visibilità ed è in grado di influenzare le opinioni di chi lo segue.

Come funziona?

I contenuti postati vengono valutati analizzando le attività sui diversi social media che partecipano a creare il Klout: i retweet, i like e il reply su Twitter, i like, le condivisioni e i commenti su Facebook e via dicendo. Ogni social network ha un diverso algoritmo di valutazione e i singoli risultati vengono processati tutti insieme da un altro algoritmo. Quotidianamente vengono analizzati miliardi di dati per monitorare contenuti, interazioni e rapporti personali. Non tutti i like e i commenti hanno lo stesso “valore”, per esempio quelli dei parenti su ogni nostro post pubblicato, ad esempio,  verranno considerati meno significativi degli altri.

Perché utilizzarlo?

Klout viene seriamente considerato per due motivi. Il primo è che alle aziende interessa; è vero che in Italia non ha ancora preso piede ma mi è capitato di intervistare un paio di candidati ai quali erano state poste alcune domande durante uno step selettivo in un’azienda multinazionale. “Perché dovremmo scegliere lei invece di un  altro candidato? Che strategie utilizza  per mettere in evidenza i suoi punti di forza?” E poi ecco arrivare la fatidica domanda “Qual è il suo punteggio su Klout?” Ehm…Klout?! Ops…non so a cosa si stia riferendo, mi scusi…

Il secondo, invece, riguarda te come persona online: il tuo personal brand è importante, che tu stia cercando un lavoro, facendo domanda in un’università a numero chiuso o incontrando nuove persone. I concetti di Personal Branding e Online Reputation già descritti in questo blog, sono strettamente correlati anche alla capacità attrattiva e di influenza che abbiamo in relazione alla nostra rete di contatti. Sempre più spesso le persone cercheranno informazioni su di noi attraverso i social media e proprio per questo motivo diventerà importante mettere in evidenza i propri pregi e strategicamente evitare di postare stupidaggini o informazioni private che vorremmo non diventassero di dominio pubblico. Tutto quello che decidiamo di condividere rimarrà in rete per sempre e sarà consultabile in qualsiasi momento e da chiunque!

I difetti del sistema

Abbiamo già detto che Kloud idealmente dovrebbe rappresentare uno strumento efficace per misurare la nostra reputazione on line. In realtà si tratta comunque di una valutazione prevalentemente quantitativa e poco qualitativa. Il contenuto e la qualità dei post non vengono ancora analizzati in modo approfondito; per esempio se scrivessi una barzelletta sciocca ma esilarante probabilmente riceverei molti consensi e il mio punteggio si alzerebbe. Ciò mi identificherebbe come persona simpatica ma a tutti gli effetti forse un po’ superficiale. Potrei fare molti altri esempi ma il concetto rimane lo stesso.  Gli sviluppatori dell’applicazione stanno cercando di perfezionare lo strumento e, per le future versioni di Klout, progetteranno un algoritmo che meglio saprà sondarne ogni singola variabile.

E voi cosa ne pensate? Ne avete già sentito parlare? E’ solo una moda del momento? Per chi volesse saperne di più https://klout.com/home

Ai posteri l’ardua sentenza.

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39 anni (ancora per poco), laureata in Psicologia della Comunicazione e delle Organizzazioni, lavoro da dieci anni nelle Risorse Umane e nello specifico da sette nel Diversity Management. Grandissima appassionata di libri e cinema, amo viaggiare alla scoperta del mondo e fissare le mie emozioni attraverso la macchina fotografica. Per questo mi rispecchio nel motto della rivista Life: "Vedere il mondo, cose pericolose da raggiungere, guardare dietro i muri, trovarsi l'un l'altro e sentirsi. Questo è lo scopo della vita".

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